L'esperta risponde - Come si calcola la dimensione di impresa?

La nozione di “dimensione di impresa” non ha un significato univoco, ma varia a seconda della finalità per cui viene richiesta. Possiamo distinguere due contesti principali.
- Finalità legate all’accesso agli incentivi e agli aiuti pubblici
La fonte normativa di riferimento per l’accesso ad aiuti di Stato, bandi e finanziamenti europei e nazionali, nonché ai fondi strutturali e alle politiche pubbliche a favore delle PMI, è il Regolamento UE 651/2014 della Commissione Europea. Secondo tale disciplina, la classificazione in micro, piccola o media impresa (PMI) si basa su tre criteri fondamentali:
- Effettivi (unità lavorative-annue - ULA): <250 occupati.
- Fatturato annuo: ≤ 50 milioni di euro.
- Totale di bilancio annuo: ≤ 43 milioni di euro.
L’impresa deve rispettare il requisito del numero di occupati e almeno uno dei due criteri finanziari.
Si distinguono quindi:
- Microimpresa: meno di 10 occupati e fatturato o bilancio ≤ 2 milioni €;
- Piccola impresa: meno di 50 occupati e fatturato o bilancio ≤ 10 milioni €;
- Media impresa: meno di 250 occupati e fatturato ≤ 50 milioni € oppure bilancio ≤ 43 milioni €
Il calcolo deve essere effettuato tenendo conto delle relazioni con altre imprese (autonoma, associata, collegata). Ad esempio, se la cooperativa è collegata ad altre società, occorre sommare integralmente i loro dati; se è associata, si conteggiano in proporzione. Questo per evitare artifici che mascherino la reale dimensione economica del gruppo.
Una classificazione corretta della propria impresa è fondamentale perché influenza anche l'intensità dei contributi.
- Finalità legate alla redazione del bilancio e alla disciplina contabile
Per gli aspetti contabili e di bilancio la fonte è, invece, la Direttiva (UE) 2023/2775.
In questo caso la classificazione non ha a che fare con gli aiuti pubblici, bensì con regole contabili e adempimenti specifici (ad esempio, i termini di deposito dei bilanci, la forma di bilancio da adottare, gli obblighi informativi) oppure – d’attualità in questo periodo – per determinare i termini di scadenza delle polizze assicurative per eventi catastrofali.
I criteri sono analoghi ma non del tutto coincidenti: si considerano sempre attivo di bilancio, ricavi netti e numero medio dei dipendenti, ma la direttiva stabilisce soglie differenziate per micro, piccole, medie e grandi imprese.
L’impresa deve soddisfare almeno due dei tre criteri (attivo, ricavi, ULA) per essere classificata in una categoria; a differenza di quanto previsto dal Regolamento UE 651/2014, le ULA - da sole - non determinano il passaggio alla dimensione superiore.
Non rilevano inoltre le relazioni con altre imprese.